Orientiamoci nel mare dei disturbi del linguaggio, che coinvolgono i ragazzi e i loro genitori che, amorevolmente, li seguono. Spesso ci viene chiesto come si manifestano. I DSL possono assumere differenti espressioni, in relazione alle caratteristiche del disturbo (ne facciamo un breve accenno che approfondiremo nei successivi post).
Riprendendo la classificazione dell’ICD 10ª (International Classification of Diseases – 10ª edizione redatta dall’OMS) le principali manifestazioni possono essere in sintesi descritte:
- Disturbo specifico dell’articolazione e dell’eloquio;
- Disturbo del linguaggio espressivo;
- Disturbo della comprensione del linguaggio.
Disturbo specifico dell’articolazione e dell’eloquio
La produzione dei suoni verbali è ritardata o deviante con conseguente difficoltà nell’efficacia comunicativa del bambino. La diagnosi è possibile in presenza di:
– intelligenza non verbale nella norma;
– abilità linguistiche espressive e ricettive nella norma;
– anomalie dell’articolazione non direttamente attribuibili ad alterazioni sensoriali, anatomiche o neurologiche;
– anomalie nel contesto d’uso colloquiale del linguaggio.
Disturbo del linguaggio espressivo
La capacità di esprimersi tramite il linguaggio è marcatamente al di sotto del livello appropriato dell’ età mentale, ma con una comprensione nella norma. La diagnosi è possibile in presenza di:
– intelligenza non verbale nella norma;
– mancanza di produzione di singole parole intorno a due anni;
– piccole frasi di due parole intorno a tre anni sviluppo limitato del vocabolario;
– strutturazione della frase poco evoluta e/o deviante;
– difficoltà nella fluidità della frase / racconto;
Disturbo della comprensione del linguaggio
Comprensione del linguaggio non coerente con l’età cronologica. La diagnosi è possibile in presenza di:
– intelligenza non verbale nella norma;
– comprensione verbale marcatamente discrepante con l’età mentale non verbale;
– capacità di espressione poco evolute e/o devianti.